venerdì 14 ottobre 2011

TRA LA FIABA E LA REALTA'

C’era una volta un paese molto lontano dove viveva un Re tanto buono.
Il Re era così buono che si adoperava personalmente per aiutare gli ammalati, i bisognosi e non negava quasi mai nulla ai sui sudditi.
Ma alla sua corte sedevano tanti consiglieri non tutti altrettanto buoni, anzi molti di questi approfittando della sua eccessiva bontà spadroneggiavano e perpetuavano soprusi ed angherie ai danni della gente, certi di farla franca al cospetto del Re.
Un giorno uno di questi, che faceva l’alchimista, nel soddisfare un suo desiderio e a dimostrazione del suo potere, con un artificio magico trasformò il selciato della strada che conduceva al suo palazzo in lastre di oro ed argento, sprezzante di qualsiasi regola.
Questa cosa suscitò subito stupore in tutti gli abitanti del reame i quali, fortemente devoti al Re, rispettavano rigorosamente un editto che proibiva la manomissione delle strade per iniziativa di ogni singolo abitante.
Man mano che passavano i giorni questi erano sempre più indignati nel vedere le altre strade sudice e malconce tanto che un giorno un gruppo di coraggiosi paesani decise di andare dal Re a chiedere giustizia.
Il Re remissivo come sempre, accolse di buon grado l’irritato gruppetto e dichiarandosi ignaro di quanto accaduto promise di risolvere l’incidente riunendo al più presto il Gran Consiglio.
Detto, fatto. Poche sere dopo si riunirono a corte il Re ed i suoi consiglieri così come promesso.
Il Re premesse il fattaccio e poi affermò di avere la soluzione per placare il malcontento di tutto il reame.
Rivolgendosi ai cortigiani ed a tutti i presenti disse: Poiché un nostro compaesano ha commesso un abuso manomettendo il selciato di un pezzo di strada della sua contrada, violando l’editto che proibisce tutto ciò, Io dichiaro che da oggi questa strada ed il lastricato diventano di proprietà del Regno!
Nella Gran Sala della corte si udì un coro di sgomento…. Oh!!!!!!!!!!!!!
Tra l’enorme bisbiglìo c’erano voci che dicevano: ”… ma la strada è già del Regno!”, altre: “… ormai la frittata è fatta!”, ed altre ancora: “… come mai il consigliere alchimista è assente!”, e ancora qualcun altro: “… anch’io mi rifaccio la strada con materiali preziosi!.
Quella sera il Gran Consiglio si concluse e tutti tornarono alle loro dimore increduli a quanto assistito, ma un bel giorno…
Bene… cari lettori, perdonateci ma come va a finire questa fiaba noi in realtà non lo sappiamo, ma forse è facile immaginarlo.
Ma con tutte le gatte da pelare che abbiamo perché ci mettiamo a raccontare favole.
In effetti in un momento di così grosse difficoltà volevamo mettere in luce come i nostri amministratori più che affrontare con decisione problemi che sono diventati delle emergenze per la collettività, sprecano il tempo a risolvere beghe e marachelle da favola dei loro “cortigiani”.
Non crediamo di esagerare se parliamo di emergenze riferendoci in particolare alla questione del pagamento dell’acqua emerso proprio in questi giorni.
Né tanto meno alla questione Stazione Termale, per non parlare poi della lentezza e forse inadeguata competenza con cui viaggiano alcune pratiche negli uffici che fanno correre il rischio della perdita di finanziamenti o non danno risposte celeri ai cittadini.
Noi crediamo che su queste gravosi questioni andrebbero aperti degli accorati dibattiti pubblici, sicuramente coinvolgendo anche degli esperti di settore, e scongiurare invece le idee di contrarre altri debiti, come si vocifera, che aggiungerebbero delle note di demerito alla nostra immagine (economica) peggiorando così una situazione già pesante.
Un buon padre di famiglia che non riesce a pagare le bollette o il mutuo della casa, con un po’ di buon senso, non aggiunge altri debiti ma cerca di tagliare il superfluo o quanto meno prova a fare liquidità disfacendosi di beni non indispensabili… evitando di mettere a repentaglio la propria famiglia.
Bè, diciamoci la verità sembra proprio che le strane cose che accadono nel nostro paese stanno tristemente tra la fiaba e la realtà e noi con la “favoletta” raccontata in premessa volevamo esporre delle situazioni in una maniera forse meno dolorosa ma che induce maggiormente a riflettere.
Ed è questo a cui miriamo con convinzione: indurre a riflettere… solleticare i pensieri… ed interrogarci sugli accadimenti.
Riteniamo che non bisogna rassegnarsi e lasciarsi andare ad un: “ormai la frittata è fatta”, come si è udito realmente la sera dello strano consiglio comunale, che aveva tanto lo spirito di una sanatoria.
In questo periodo di evidente crisi socio-economica non sono pochi a denunciare una sorta di immobilismo ovviamente di chi amministra ma forse anche di chi fa opposizione specialmente stando tra le file della maggioranza.
Appare evidente che la causa primaria sta nella inadeguatezza della classe dirigente incapace di focalizzare i problemi o piuttosto distratta dalla risoluzione di cosucce lontane dagli interessi della collettività.
Purtroppo noi nella nostra posizione abbiamo sicuramente pochi strumenti per contribuire ad affrontare le difficoltà che ci tormentano ed in ogni caso, in generale, serve a poco muovere solamente le solite critiche dando addosso all’amministrazione di turno.
Serve, invece, avere il coraggio di proporre progetti, idee e quant’altro aiuti in qualche modo a superarle.
Noi per esempio crediamo fortemente che una inversione di tendenza può essere rappresentata da una politica che dia priorità assoluta alla crescita della ricchezza del paese.
Pensiamo ancora, ad esempio, ad un nucleo familiare, se questo gode di buona salute economica, sicuramente qualsiasi altro problema lo affronta e risolve con più facilità.
In concreto crediamo che toccherebbe studiare e varare delle misure per attrarre o incentivare nel nostro comune la nascita di nuove aziende e creare, quindi, nuovo lavoro, anche a costo di temporanei sacrifici, largamente accettabili da chiunque.
Solo al raggiungimento di uno standard di vita soddisfacente si passerebbe a migliorare ed evolvere il resto del sistema.
Ovviamente, presupposto essenziale è quello di elevare il livello qualitativo della classe operativa dell’apparato comunale che allo stato attuale è disastrosamente carente in alcuni settori e che minerebbe altrimenti qualsiasi lodevole iniziativa.
Noi stiamo pensando seriamente al prossimo futuro coinvolgendo sempre più gente capace e desiderosa di adoperarsi per costruire un avvenire migliore e…. con un pizzico d’orgoglio e soddisfazione, diciamo che i risultati sono eccellenti.
Constatiamo gradevolmente, inoltre, che anche da altri gruppi della nostra piccola comunità partono iniziative e proposte concrete con lo stesso fine, senza entrare in merito alla loro bontà.
E allora cari amici facciamo un appello a quanti animati da sani principi hanno l’entusiasmo e l’interesse a voler dare un nuovo corso alla storia di questo nostro paese… forse così…, riusciremo a scrivere il finale di quella fiaba, con un classico:” … e vissero felici e contenti.”

Sezione UDC - Spezzano Albanese