mercoledì 16 marzo 2011

VIVA L'ITALIA !!!


 Il vento del Risorgimento che soffiò per oltre 50 anni nella penisola Italica facendosi portatore di alti valori di Libertà, Uguaglianza, Giustizia, con radici nella Rivoluzione Francese del 1789, non risparmiò nemmeno la nostra Spezzano.
In quel particolare momento storico un po’ dovunque sorsero gruppi di cospiratori e si assistette a moti rivoluzionari.
A questo clima non si sottrasse il sud dell’Italia in particolare i paesi di etnia arbëreshë.
A Spezzano Albanese un folto numero di antiborbonici accomunati dall’idea di una Nazione unita e sotto un unico regno, favorì la nascita di gruppi di Carbonari che costituì, poco prima dell’arrivo di Garibaldi, anche la Guardia Nazionale.
Tra questi si distinsero, anche per le attività politico e culturali post unità, i nostri concittadini: Gennaro Mortati, Vincenzo Luci (nominato comandante della G. N.), Antonio Nociti, Francesco Fera, Pasquale Cucci, Luca Marini, Francesco Mortati e tanti altri (l’elenco arriva ad un numero di circa 450).
Non è un caso che alcuni di questi, allora giovani, illustri uomini poi, furono ospiti per i loro studi del collegio di S. Adriano a S. Demetrio C. insieme ad altri noti protagonisti del Risorgimento in Calabria, e tutti provenienti da altri paesi arbëreshë, quali Domenico Mauro, Agesilao Milano (attentatore di Re Ferdinando II), Attanasio Dramis, e tanti altri ancora.
La stimata scuola di S. Demetrio era ritenuta all’epoca una sorta di fucina di pensatori di impronta laica e libertaria che, seppur retta da religiosi, cercava di coniugare i diritti dell’uguaglianza e della libertà con il Vangelo.
Bene, in questo quadro, 150 anni fa a Spezzano Albanese tutta la cittadinanza si apprestava ad accogliere in festa Garibaldi che, dopo lo sbarco  dei mille attraversò, sconfiggendo l’esercito Borbone, tutta la Sicilia e la Calabria a sud della nostra cittadina.
Si racconta che la popolazione quel giorno riempì le strade e le donne intonavano le vallje per onorare quel condottiero che forse paragonato a Skanderbeg, fu visto come il liberatore dalla tirannia Borbonica.
La storia in seguito è andata come tutti conosciamo e quest’anno festeggiamo i 150 anni della creazione dello stato Italiano.
Come spesso accade nel nostro paese, questo evento ha fatto sorgere molte polemiche, suscitando addirittura strane nostalgie del “Regno delle due Sicilie” e vaghi desideri secessionisti.
E’ doveroso ricordare che il sentimento di Italianità è molto più antico della ricorrenza che si celebra e che se anche il Risorgimento fosse stato alimentato da spinte contrastanti con i principi di Libertà ed Uguaglianza, che all’epoca si sbandieravano, non si può negare che l’Italia moderna è stata costruita col sacrificio di uomini nei quali questi valori albergavano.
Per questo e per l’orgoglio di appartenere ad una Nazione unita da una ricca ed invidiabile comune cultura che, come 150 anni fa, anche noi festeggiamo al grido di VIVA L’ITALIA!!!
UDC DI SPEZZANO ALBANESE